Le fotografie di Anne de Carbuccia affrontano le minacce umane contro il pianeta, tra cui la scarsità d'acqua, l'estinzione delle specie e l'inquinamento, attraverso l'uso dell’arte della vanitas, che utilizza il cranio e la clessidra come simboli della vanità e della futilità delle occupazioni mondane.
La mostra nasce da una collaborazione tra Ombra Bruno (BEMaa) che ha concepito sia l'installazione della mostra che della highline, con Alessandro Arena (light design), e Nadine Schutz (sound design). Il progetto dell'installazione ha lo scopo di esaltare i temi delle opere d'arte fotografica attraverso lo spazio in cui si inseriscono.
I visitatori accedono alla mostra dal piano superiore, da cui si intravede lo spazio principale e le alcove in cui si trovano le fotografie. Riflessi sull'acqua, il suono di gocce che cadono e la progressiva discesa nella galleria principale creano lo stato d'animo per l'esperienza della mostra. I visitatori scoprono le opere fotografiche attraverso pontili in legno che attraversano uno specchio d’acqua per accedere alle singole nicchie.
Sulla Highline, una foresta urbana di alberi selezionati per la loro compatibilità all'ambiente locale operano un re-wild di questo suo tratto inaccessibile. Taumascopi tra gli alberi richiamano il movimento dell'acqua della sala espositiva. Gli alberi e il gioco di luci delle proiezioni sono visibili da Washington Street.
fotografie © Andrew Frasz